Integrazione? Non proprio, siamo noi a doverci integrare…
Inoltrati da qualche giorno nel mese di agosto, non abbiamo potuto fare a meno di commentare i tradizionali “giovedì sotto le stelle”, già bersaglio di molte critiche da parte dei cittadini sassolesi. Ad alzare quest’ulteriore polverone attorno alla gestione ed all’ amministrazione di questo genere di eventi, sopratutto la massiccia presenza di stranieri e clandestini: è agli occhi di tutti come ormai il centro di Sassuolo sia diventata una zona frequentata e gestita non nell’interesse dei sassolesi e della nostra comunità, ma, piuttosto, nell’interesse delle comunità di immigrati.
A darne voce è la realtà: la gran parte delle bancarelle allestite per questo tradizionale appuntamento parla straniero e le difficoltà a cui sono andati incontro commercianti e negozianti sassolesi in questi anni hanno portato il nostro centro storico a diventare una zona insipida, poco frequentata dalla nostra gente e sempre meno specchio delle tradizioni e ricchezze del nostro territorio.
Questo stato di allontanamento dei nostri concittadini dal centro storico di Sassuolo è a nostro avviso frutto di politiche inclusive totalmente errate: le politiche locali di sinistra hanno negli ultimi anni confuso la creazione di centri culturali con centri commerciali e supermercati, che oltre ad aver ucciso le piccole attività del centro hanno permesso a stranieri ed immigrati di ritrovarsi in un contesto neutrale, globalizzato e distante dalle nostre tradizioni. Insomma, la dimensione perfetta per impossessarsi anche dei pochi business rimasti, infatti anche il mercato di Sassuolo è riuscito ad estromettere buona parte di venditori ambulanti italiani in quanto le comunità di migranti trovano molto più interessante l’acquisto di prodotti di dubbia provenienza, scarsa qualità e prezzi bassi.
Un parallelismo fatto con l’evento “Note d’estate” alla quale ha preso parte la cantante Arisa, da luce ad una situazione molto più matura di quel che si pensi: la spaccatura culturale con gli stranieri è già in atto, un evento per così dire “a noi più vicino” (forse esclusivamente per la location e la notorietà della cantante) ha infatti visto la totale assenza di stranieri e immigrati. E’ forse questa la buona integrazione sbandierata dalla sinistra italiana? E’ forse questa la giusta modalità per una integrazione multietnica? Noi Giovani Padani siamo convinti di no: sarà d’ora in poi necessario favorire le attività economiche e culturali vicino alla nostra tradizione abbandonando l’immagine del grosso distributore per tornare a supportare la nostra economia, i nostri prodotti e rivitalizzare con linfa sassolese le vie del nostro centro storico.

Giovanni Gasparini Giovani Padani Sassuolo.