Un gesto di cattivo gusto quello di appendere una testa di maiale ai cancelli dell’area acquisita recentemente dall’Associazione Culturale Islamica di Sassuolo a Veggia di Casalgrande. La struttura presa di mira da un gesto, sicuramente da condannare, ma lo spessore intimidatorio è da verificare. La struttura in questione è un ex salumificio, il timore che la stessa possa ospitare un Centro Islamico è forte: inevitabilmente sale la tensione. Nei giorni scorsi il parroco don Carlo Taglini aveva esternato in una missiva preoccupazione in relazione alla possibile apertura di un luogo di preghiera per la comunità islamica precisando “Il paesino che vede già una forte presenza extracomunitaria, rischia di esplodere socialmente perché richiamerebbe altri musulmani. La cultura islamica è fortemente collegata alla religione, non è come la nostra. Facciano piuttosto degli appartamenti da destinare ai poveri”.Parole a difesa del proprio credo e dei propri valori senza alcun intento denigratorio nei confronti della fede islamica, la chiusura alla possibile “invasione” è da vedere in ottica generalizzata. Parlare di discriminazione pare fuori luogo: l’abitato di Veggia non merita questa etichetta di matrice xenofoba, accoglienza e rispetto sono sempre state in prima linea