In occasione del 25 aprile, a Maranello si discute di repressione politica. Il fascismo ha significato anche, tra le tante privazioni della libertà, la segregazione nei manicomi, spesso per ragioni dettate dalla politica del regime contro il dissenso e l’anticonformismo sociale. Ne parlerà martedì 24 aprile alle ore 18 alla Biblioteca Mabic Matteo Petracci dell’Università di Camerino, autore del volume “I matti del duce. Manicomi e repressione politica nell’Italia fascista”. Nei documenti di polizia o nelle cartelle cliniche intestate agli oppositori politici rinchiusi in manicomio negli anni del fascismo le diagnosi che spesso appaiono sono mania politica, schizofrenia, paranoia, isterismo, distimia, depressione. Diagnosi più che sufficienti a motivare la segregazione per lunghi anni o per tutta la vita. Molto si è scritto rispetto all’esperienza degli antifascisti in carcere o al confino, ma la possibilità che il regime abbia utilizzato anche l’internamento psichiatrico come strumento di repressione politica resta ancora poco indagata. Attraverso carte di polizia e giudiziarie, testimonianze e relazioni mediche e psichiatriche contenute nelle cartelle cliniche, Matteo Petracci ha ricostruito i diversi percorsi che hanno condotto gli antifascisti in manicomio. Alcuni furono ricoverati d’urgenza secondo le procedure previste dalla legge del 1904 sui manicomi e gli alienati; altri vennero internati ai fini dell’osservazione psichiatrica giudiziaria o come misura di sicurezza; altri ancora furono trasferiti in manicomio quando già si trovavano in carcere e al confino. Dall’analisi degli intrecci tra ragioni politiche e ragioni di ordine medico emerge con forza il ruolo giocato dalla sovrapposizione tra scienza e politica nella segregazione di centinaia di donne e di uomini, tutti accomunati dall’essere stati schedati come oppositori del fascismo. Matteo Petracci ha conseguito il Dottorato di ricerca in Storia, Politica ed Istituzioni dell’Area Euro-mediterranea in Età Contemporanea presso l’Università di Macerata. È autore di monografie e ha pubblicato alcuni saggi sulla storia della psichiatria e della resistenza in volumi collettanei e riviste storiche. Attualmente è cultore della materia nel Corso di storia contemporanea dell’Università di Camerino.