“Non c’e’ nulla da fare: la giunta Pd dell’Emilia-Romagna ribadisce la propria volonta’ di proseguire sulla strada della discriminazione degli emiliano-romagnoli per quanto riguarda l’assegnazione delle case popolari”. Cosi’ il consigliere regionale della Lega, Stefano Bargi, dopo la bocciatura, in Assemblea legislativa, dell’emendamento per chiedere che fosse “esteso ai beni immobili posseduti dagli immigrati all’estero”, il criterio “previsto per soddisfare la necessita’ che sia limitata la titolarita’ di diritti reali posseduti su beni immobili, per vedersi assegnata la casa popolare”. La Lega chiedeva di “modificare l’atto, applicando semplicemente la legge nazionale che stabilisce che un extracomunitario non possa autocertificare situazioni non direttamente verificabili dall’amministrazione pubblica italiana, come ad esempio e’ il possesso di immobili all’estero. Oggi, quindi la Regione si accontenta di un atto che non ha alcun valore, lasciando ai Comuni la responsabilita’ di attuare controlli che non sono in grado di effettuare. Secondo la legge italiana, infatti, lo straniero extracomunitario che deve dimostrare di non possedere beni immobili all’estero lo dovrebbe fare attraverso una certificazione rilasciata dalla propria autorita’ consolare, tradotta in italiano e legalizzata”